Prime Esperienze
In spiaggia (racconto)
di ToroRm2020
22.03.2021 |
30.184 |
10
"Scongiurato il rischio di godere troppo presto, ripresi a leccarla e a infilare la lingua nella vagina sempre più bagnata..."
Io e Lori eravamo sposati da 7 anni e, forse complice la famigerata crisi del settimo, avevamo ridotto i rapporti sessuali a un paio di volte al mese, quando andava bene. Io la desideravo ancora, lei era snella e tonica, oltre che molto calda, ma Lori sembrava aver perso interesse nel sesso. Temevo che presto o tardi si sarebbe stancata di me, invece le cose presero una piega molto più sorprendente durante le vacanze estive, mentre eravamo al mare.
Lori preferiva i luoghi appartati a quelli pieni di turisti, le piaceva mettersi in topless ma le dava fastidio essere oggetto di troppe attenzioni, quindi avevamo raggiunto una caletta nascosta usando un piccolo canotto gonfiabile a due posti. Era poco agevole arrivarci via terra, quindi di solito era deserta.
Quella volta invece trovammo ad attenderci un signore prossimo ai settanta piuttosto tarchiato, con un cappello di paglia in testa, un costume a slip bianco che non gli stava bene e un libro di Valerio Massimo Manfredi in mano. Ci sistemammo a ragionevole distanza da lui e Lori si tolse il reggiseno per prendere meglio il sole. Non mi sfuggì lo sguardo che l’uomo rivolse alle tette sode di mia moglie, e credo neanche a lei, ma non dissi niente.
Lori tolse anche il pareo a disegni floreali e rimase con il solo ridottissimo perizoma bianco, che aveva indossato ipotizzando che saremmo stati soli. Dietro il filo sottile spariva tra i glutei tondi e sodi, davanti si limitava a coprire lo stretto indispensabile. Era praticamente nuda.
Si sdraiò accanto a me, bella e distante allo stesso tempo.
«Mi sento osservata» disse dopo un po’.
Mi guardai intorno. Il tipo era sempre alle prese con il suo libro. «Dici?»
«Non fa che guardarmi il culo.»
«Se vuoi ce ne andiamo» proposi.
Lori fece un sorrisetto. «Ho detto che mi sento osservata» ribatté. «Non che mi dia fastidio. Che ne dici se ci divertiamo un po’?»
«Che vuoi fare?»
«Devo fare pipì» mi informò.
«Falla in mare.»
«E allora dove sarebbe il divertimento?»
Sì alzò con movimenti languidi e si avvicinò al lunga fila di scogli che delimitavano la cala, salendo sul più basso per arrivare a uno di quelli più grandi. Non avevo idea di cosa avesse in mente, ma stavo per scoprirlo.
Arrivata su una grossa roccia grigia dalla cima larga e piatta, Lori si voltò verso la spiaggia, tolse del tutto il perizoma e si accosciò. Non si era affatto nascosta, anzi, stava esibendo il gesto quasi con fierezza, la fica rasata perfettamente visibile. Rimasi a bocca aperta, così come il nostro vicino che, anche se cercava di non darlo a vedere, non riusciva a staccare gli occhi dal lungo getto dorato che Lori stava liberando sullo scoglio.
Vidi che era eccitato, anche se cercava di nascondere l’erezione con il libro, e presto mi trovai anch’io con il costume bello teso.
Lori finì la sua pisciata con tutta calma, ma non si asciugò. Tornò invece da me, completamente nuda.
«Ma che fai?» sibilai con voce strozzata. «Sei impazzita?»
Lori non si prese neanche la briga di rispondere. Mi sorrise guardandomi dall’alto in basso e con un movimento rapidissimo si sedette sulla mia faccia. Mi trovai con la fica ancora umida di urina premuta contro la bocca.
«Asciugamela» mi ordinò. «Non vorrai deludere il nostro pubblico?»
Era da tanto che non facevamo sesso, e quella situazione folle era incredibilmente eccitante. Cominciai a leccare, sentendo sulla lingua il sapore acido dell’urina mescolato a quello delle secrezioni vaginali. Era molto eccitata e la fica era aperta come un fiore accarezzato da sole.
Quando Lori mi tirò giù il costume e prese il cazzo in bocca la sensazione fu quasi troppo intensa per riuscire a resistere.
«Piano» dissi smettendo per un secondo di affondare la lingua nella fessura. «Così mi fai venire subito.»
Lori rallentò il ritmo per farmi riprendere fiato, poi cominciò a baciare piano palle e asta. Scongiurato il rischio di godere troppo presto, ripresi a leccarla e a infilare la lingua nella vagina sempre più bagnata.
Con con la coda dell’occhio vidi che il nostro vicino aveva rinunciato alla finzione di farsi gli affari propri e si stava masturbando a poca distanza da noi. Nonostante l’intenso profumo di fica che mi saturava le narici, avvertii l’odore dell’olio solare che si era spalmato addosso. Sentii il cazzo diventare duro come l’acciaio. Anche Lori se ne accorse, e riprese in bocca la cappella facendo colare parecchia saliva lungo l’asta per lubrificarla.
Anche lei guardava il vicino che si segava con movimenti sempre più frenetici, e dal gioco di bacino che aveva intrapreso per costringermi a leccare più in profondità capii che era eccitata da morire.
Ci stavamo esibendo per un pubblico ristretto ma molto partecipe e la cosa ci dava una carica pazzesca.
Lori cominciò a strofinarsi con forza sempre maggiore e mi resi conto che era prossima all’orgasmo.
«Dio sì, godo…» gemette, per poi ingoiare tre quarti del mio cazzo con un solo gesto fluido. Emise un lungo mugolio soddisfatto, scossa da brividi profondi, continuando a pompare fino a farmi godere nella sua bocca. Ne tirai fuori davvero tanta, che Lori ingoiò senza battere ciglio.
Il nostro vicino diede ancora qualche colpo alla sua mazza prima di esibirsi in una sborrata di tutto rispetto, qualche schizzo della quale raggiunse Lori sul corpo lucido di sudore.
I rispettivi orgasmi misero fine alla strana atmosfera libertina che si era creata e tutti e tre ci ricomponemmo velocemente, sorridendo imbarazzati tra noi. Non scambiammo neanche una parola con l’uomo del libro.
«Sai» mi disse Lori più tardi, mentre remavo per tornare alla spiaggia da cui eravamo partiti, «farlo con un pubblico è molto più eccitante della classica scopata in camera da letto. Dovremmo trovare il modo di rifarlo.»
«Potremmo provare in un privé» proposi. Un mio collega mi aveva raccontato alcune delle sue esperienze e le avevo trovate molto eccitanti, anche se temevo che Lori potesse finire per sentirsi attratta dai giovani atletici e molto dotati che frequentavano quel tipo di locali.
«Potrebbe essere un’idea, ma lì c’è troppa gente e non vorrei che incontrassimo qualcuno che conosciamo» obiettò. «Che ne dici se mettiamo un annuncio per trovare altre coppie?»
«Ma solo per farci guardare?» chiesi, un po’ dubbioso.
«Hai paura che qualche bel toro possa farmi venire strane voglie?» rispose lei, con un sorriso sornione.
«Non dovrei?»
«Se riesci a soddisfarmi non devi temere niente» tagliò corto lei.
Impiegai un po’ per rendermi conto che in realtà non mi aveva garantito nulla, ma sentivo che il sentiero era ormai stato tracciato e che non saremmo tornati indietro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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